Viti

Viti in metallo TE, TSP, TC, TGS, TC+, TSP+, TGS+ (in ferro e ottone), viti autofilettanti TSP, TC, TGS, TC+, TSP+, TGS e viti autoforanti TE, TC+ e TSP+.

Le viti, uno strumento che arriva dal passato, l’invenzione della vite è comunemente attribuita al matematico greco Archita

Si dimostrò che l’elica cilindrica è una curva omeomerica. Questo significa che la curva può scorrere su sé stessa: il funzionamento delle viti cilindriche.

Già nel I secolo a.C. viti di legno erano in uso nel mondo mediterraneo, nei torchi per la produzione di olio e vino.

Le viti metalliche apparvero per la prima volta in Europa nel XV secolo, ma non divennero di uso comune fino a quando non fu inventato (o reinventato) un sistema per la loro produzione di massa nel XVIII secolo.

L’ingegnere britannico Henry Maudslay brevettò un tornio per la fabbricazione di viti nel 1797. Un dispositivo simile fu brevettato l’anno successivo negli Stati Uniti da David Wilkinson.

La vite con testa a croce fu inventata dallo statunitense John P. Thompson, che vendette il brevetto a Henry Frank Phillips, che a sua volta lo ne depositò negli anni 1930 e successivamente fondò la Phillips Screw Company.

Phillips ebbe notevoli difficoltà a trovare una officina in grado di intagliare il nuovo tipo di testa, fino a quando contattò un’altra società American Screw Company che investì nell’idea, ottenendo un notevole successo, poco dopo i due enti brevettarono un nuovo tipo di vite, la pozidriv.

Durante la seconda guerra mondiale la standardizzazione dei filetti ebbe un forte incremento, per permettere alle nazioni alleate di scambiarsi componenti e pezzi di ricambio.