La salvaguardia del pianeta è una questione di cultura
La salvaguardia dell’ambiente è una responsabilità sociale di cittadini e imprese, ci siamo oramai abituati a chiedere a pretendere che siano gli altri a cambiare, a risolvere i problemi.
Certo così è più facile, ma il cambiamento deve partire prima da noi, ogni singola creatura può con il suo comportamento decide se salvare o danneggiare il nostro pianeta.
Microcosmo e macrocosmo, i nostri atteggiamenti si ripercuotono sulla collettività.
Noi come cittadini possiamo contribuire preservando i giardini pubblici, effettuando la raccolta differenziata, cercando di non sprecare, riducendo i consumi ed insegnando, promuovendo la “Cultura” del rispetto e della tutela dell’ambiente che ci circonda.
Noi abbiamo una responsabilità sociale verso l’ambiente, tutti noi sia come cittadini sia come imprese.
Ricordiamoci che la salvaguardia della natura inizia soprattutto da tutti noi, quando abbiamo un bene comune come l’ambiente abbiamo il dovere di salvaguardarlo per le generazioni future.
E’ nostro dovere tutelare la “ Res Pubblica “.
«La res publica è cosa del popolo; e il popolo non è un qualsiasi aggregato di gente, ma un insieme di persone associatosi intorno alla condivisione del diritto e per la tutela del proprio interesse»
Cicerone
Hawaii Tropical Botanical Garden, Big Island
La natura ci insegna, la fotosintesi clorofilliana:
Base e motore dell’intero processo è la clorofilla che cattura l’energia del sole trasformandola in energia chimica.
Questa energia serve per trasformare l’anidride carbonica assorbita dall’aria in zuccheri e carboidrati, ovvero il nutrimento fondamentale per l’alimentazione delle piante stesse.
Durante il fenomeno di fotosintesi clorofilliana viene prodotto e libero dell’ossigeno, come scarto di tutto il processo, che – a sua volta – è un elemento essenziale per la vita sulla Terra di piante, animali e, naturalmente, anche per l’uomo.
In natura le piante possono quindi essere definite carbon free, poiché riassorbono tutta la CO2 da esse prodotta.
Il processo della fotosintesi clorofilliana fa parte del normale ciclo del carbonio che caratterizza il pianeta.
Il problema della CO2 e del riscaldamento globale
Il nostro obbiettivo è preservare il clima del pianeta ed è fondamentale comprendere perché la CO2 immessa nell’atmosfera dall’uomo risulta così dannosa per l’ambiente.
La rivoluzione industriale del passato, il fabbisogno di energia che ha fatto sì che l’umanità crescesse, si evolvesse, il consumo crescente di combustibili fossili, carbone prima, petrolio e gas naturale poi, i cui prodotti finali sono proprio CO2 e acqua, Co2 che inevitabilmente si accumula nell’atmosfera.
Oggi i combustibili fossili, la causa principale del riscaldamento globale, producono l’80% della nostra energia e l’86% di tutte le emissioni antropiche di CO2, oltre 35 miliardi di tonnellate ogni anno (il resto, circa 5,5 miliardi di tonnellate, è dovuto al consumo di suolo).
Se con azioni drastiche riusciremo ad arrivare a emissioni zero di CO2 entro il 2050, la temperatura media del Pianeta a fine secolo aumenterà comunque di 1.0 °C; con azioni forti l’aumento di CO2 sarà contenuto in 540 ppm, e la temperatura salirà di 1,5-1,8 °C; con azioni blande potremo arrivare a 670 ppm con un aumento di 2,2 °C, mentre se non facciamo nulla raggiungeremo 1000 ppm con un aumento di temperatura media di 4 °C. Catastrofico.
Ed è bene sapere che un terzo della CO2 prodotta oggi sarà ancora in atmosfera tra 100 anni, un quinto tra 1000 anni e una parte la troveremo ancora dopo 10.000 anni.
Inoltre la CO2 disciolta in acqua produce un aumento di acidità e già sono stati osservati effetti molto negativi su una parte della fauna e flora acquatiche.
Come è possibile misurare il proprio impatto ambientale relativo alle emissioni di CO2?
Dalla COP21 (la XXI Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2015) e con l’adozione dell’Accordo di Parigi sul Clima, sono molti i Paesi e le imprese che hanno deciso di impegnarsi seriamente per contrastare il climate change, perseguendo l’obiettivo della cosiddetta carbon neutrality.
Che cos’è la carbon neutrality?
Con “Carbon Neutrality” s’intende l’azzeramento dell’impronta carbonica di un prodotto, servizio, organizzazione, comunità, evento o edificio.
Secondo il Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC) la carbon neutrality è il bilanciamento tra le emissioni residuali e gli interventi di dismissione delle emissioni di anidride carbonica in atmosfera.
L’obiettivo di “azzerare” e “neutralizzare” le emissioni di CO2 lo si raggiunge un emissioni di CO2 minore o uguale a zero.
Carbon neutral ovvero “zero emissioni”.
La quantità di anidride carbonica (CO2) prodotta in eccesso implica danni ambientali, minaccia la presenza dell’ozono, provocando anche il surriscaldamento climatico.
Per contrastarlo e contenerlo è necessario un piano di riduzione globale delle emissioni di CO2 combinato con uno di investimenti sulle energie rinnovabili.
Un prodotto, un servizio, un processo o un’intera Organizzazione sono carbon neutral quando si trovano in una condizione di emissioni nette di gas serra pari a zero: le emissioni complessive di gas serra sono pareggiate dalla rimozione di CO2 da parte delle aree verdi interne al sistema in esame.
Nella maggior parte dei casi è l’esito finale di un processo che prevede la quantificazione, la riduzione e la compensazione delle emissioni di gas serra dovute alle attività umane svolte in un sistema produttivo o territoriale.
Perché è importante raggiungere al più presto la neutralità carbonica?
La “neutralità carbonica” (o “emissioni zero”) consiste in una misurazione accurata delle emissioni di gas serra correlate a un’organizzazione, un prodotto o un servizio e nell’adozione di strategie per la gestione, riduzione e neutralizzazione del loro impatto.
Quando si rimuove anidride carbonica dall’atmosfera si parla di sequestro o immobilizzazione del carbonio.
Per raggiungere tale obiettivo, l’emissione dei gas ad effetto serra (GHG) dovrà essere controbilanciata dall’assorbimento delle emissioni di carbonio.
Un altro modo per ridurre le emissioni e raggiungere la neutralità carbonica consiste nel compensare le emissioni prodotte in un settore riducendole in un altro.
Questo può essere fatto investendo nelle energie rinnovabili, nell’efficienza energetica o in altre tecnologie pulite.
Il Sistema per lo scambio delle quote di emissione dell’UE è un esempio di schema per la compensazione delle emissioni di carbonio.
Come nasce la certificazione Climate Neutral?
“Ex ingegnere, Dering ha sempre avuto una certa passione per le diverse possibilità di produzione di energia e in generale per la sostenibilità ambientale. Nel 2018 visita il Vietnam e resta scioccato dalla quantità di schiuma, packaging, alluminio e altri materiali impiegati da uno stabilimento locale per realizzare e spedire i propri prodotti. Quello stabilimento rifornisce Peak, azienda multinazionale specializzata in borse, zaini e custodie, di cui Dering è CEO.
Assume quindi un consulente per analizzare l’impronta ambientale dello stabilimento e scopre che bastano “solo” 60mila dollari per ridurre completamente le emissioni di CO2 della sua azienda. Un obiettivo completamente alla sua portata, visto che nel solo 2017 ha incassato revenue per 30 milioni di dollari.
Una volta scoperto con quanto poco sforzo è possibile fare così tanto, Dering contatta Jonathan Cedar, co-founder e CEO di BioLite, azienda che offre soluzioni per la produzione di energia pulita per l’outdoor e che ha compensato tutte le sue emissioni nell’ambiente sin dalla fondazione, spendendo meno di 20mila dollari ogni anno.
Insieme fondano l’organizzazione no-profit Climate Neutral, a settembre di quest’anno, per guidare le aziende a ridurre il proprio impatto sull’ambiente.
La certificazione offerta da Climate Neutral è stata già scelta da 44 aziende.”
fonte: web
“Ora non è tempo per pensare a ciò che non hai. Pensa a quello che puoi fare con quello che c’è.”
Ernest Hemingway
Vivere in un territorio carbon neutral comporta dei doveri ma anche numerosi vantaggi.
L’obbiettivo della Chialestools, impegnata personalmente nel salvaguardare la natura, il bene comune, con i propri mezzi e con il concetto del ” reduse, reuse, recycle, Vi propone prodotti, realtà che sono la differenza.
L’impegno, gli investimenti finalizzati verso la natura, la protezione dell’uomo.
Un grande inizio, una goccia rispetto all’universo, ma un impegno verso la tutela del bene comune, verso la salvaguardia del nostro pianeta.
Un impegno con uno sguardo verso il futuro, verso la collettività.